STOP THE VIOLENCE

Il progetto Stop The Violence è nato nel 2018 per combattere e prevenire la violenza di genere e l’abuso minorile nelle baraccopoli di Kanyama, John Laing e Chibolya, ovvero le più popolose e degradate della capitale dello Zambia, Lusaka.

Da ottobre 2019 il progetto ha aperto e tuttora coordina una Unità Antiviolenza (One Stop Centre) all’interno dell’unico ospedale pubblico presente nella zona, il Kanyama General Hospital.

L'Unità Antiviolenza è uno sportello di ascolto, dove viene offerta assistenza psicologica (di gruppo e individuale) e assistenza legale gratuita alle vittime di violenza fisica, sessuale, economica e psicologica. Lo sportello aiuta inoltre le vittime ad accedere alle cure mediche necessarie.


Leggi il report 2022

Leggi il report 2021.


CONTESTO

Il progetto si realizza a Kanyama, il più esteso e popolato slum di Lusaka, la capitale zambiana, e in due aree confinanti: John Laing e Chibolya. Si tratta di insediamenti informali, di recente formazione, sovrappopolati, dove a fronte di problemi socio-sanitari particolarmente gravi, sono pressoché assenti i servizi pubblici essenziali e dove la presenza di Ong locali o internazionali risulta essere insufficiente. 

Non esistono dati ufficiali sulla popolazione di questi slum e andrebbero in ogni caso aggiornati annualmente a causa del continuo aumento della popolazione proveniente dalle campagne che si insedia in queste aree periferiche della capitale. Si stima che oggi la popolazione complessiva di Kanyama, John Laing e Chibolya sia intorno al milione di individui.

Nello slum non esistono fognature; i residenti utilizzano per lo più latrine a fossa; la fornitura di acqua potabile dipende da pozzi superficiali o da venditori di taniche d'acqua, l'erogazione di corrente è interrotta molto frequentemente, ciò blocca anche la fornitura di acqua, che non può essere erogata se la pompa non è alimentata. Le conseguenze igienico sanitarie di questa situazione sono drammatiche, soprattutto nel periodo delle piogge: pressoché ogni anno, esplodono epidemie di colera, che sempre coinvolgono Kanyama e dintorni.

Questi slum presentano diverse problematiche emergenziali: 

Bambini e giovani intrappolati nel circolo vizioso della povertà e per i quali è estremamente difficile raggiungere un livello di istruzione soddisfacente. Ciò è particolarmente evidente per gli orfani. La mancanza di adeguate opportunità di formazione e di competenze rende molto difficile l'accesso al mercato del lavoro. I giovani sono perciò esposti all'abuso di droghe, alcol e alla criminalità. 

Ragazze vulnerabili, esposte allo sfruttamento e ai matrimoni precoci. In particolare, le orfane o ragazze disabili sono fisicamente, sessualmente e emotivamente abusate. Vengono usate come oggetti di piacere o sottoposte a lavoro forzato e per loro risulta estremamente difficile crescere serenamente o accedere ad un livello pur minimo di istruzione. 

Donne vittime di ingiustizia sociale e culturale. Oltre a sostenere la maggior parte del carico familiare, molte di loro sono vittime di violenza domestica. Si tratta di donne per lo più analfabete e impiegate pressoché esclusivamente nel settore informale. 

LA VIOLENZA DI GENERE E GLI ABUSI SUI MINORI

La violenza contro le donne è un fenomeno largamente diffuso nello Zambia. Le ragioni sono culturali: al genere femminile è assegnato un ruolo subordinato al maschio e questa subordinazione riguarda ogni ambito, incluso quello sessuale. 


Il fenomeno è più drammatico negli slum, dove l’abuso di alcool, i bassi livelli di istruzione e la trappola della povertà alimentano comportamenti violenti a danno del genere femminile. Raramente le donne denunciano e ancor più raramente il caso finisce in tribunale: la maggioranza delle donne non è nemmeno cosciente dei propri diritti e considera “pressoché normale” essere picchiata dal marito. La dipendenza economica (spesso associata ad un basso livello di istruzione), o il solo fatto di non avere un altro luogo dove andare, scoraggia una denuncia. Spesso anche la famiglia di origine rifiuta di riaccogliere una figlia vittima di violenza: la donna è stata infatti “comprata” dalla famiglia del marito ed è una sua proprietà. 

L'UNITA' ANTIVIOLENZA REGISTRA OGNI ANNO UN NUMERO ELEVATO DI MINORI, ANCHE IN TENERA ETA', VITTIME DI VIOLENZA FISICA E/O SESSUALE. 

NEL 2021 SONO STATI 345 I MINORI ABUSATI, SU UN TOTALE DI 1300 VITTIME ACCERTATE. SI TRATTA SPESSO DI BAMBINE O ADOLESCENTI VITTIME DEL CLIMA DI VIOLENZA CHE SI RESPIRA NEGLI SLUM, O DI CREDENZE POPOLARI CHE VEDONO IN UN RAPPORTO SESSUALE CON UNA VERGINE UNA CURA PER LE MALATTIE O UN RITO PROPIZIATORIO

Leggi il report 2021 per maggiori informazioni 

ATTIVITA' SUL TERRITORIO


UNITÀ MOBILE

Visitiamo le vittime di violenza nelle loro abitazioni, le accompagniamo negli ospedali per ulteriori cure mediche, alle stazioni di polizia, tribunali, servizi sociali e comunità di accoglienza nei casi in cui hanno bisogno di protezione.

PREVENZIONE

Il team di Stop The Violence organizza workshop rivolti alle scuole e alle chiese di Kanyama, e ad altre organizzazioni e istituzioni per prevenire e combattere la violenza di genere e gli abusi sui minori. 

Ci occupiamo di formazione con gli adolescenti, i giovani e gli adulti sulla tematica di genere, l’equità di genere, la violenza domestica, che cosa siano gli abusi e quali sono i diritti tutelati dalla legge zambiana.

 Soprattutto, spiegiamo loro dove possono rivolgersi per trovare assistenza e aiuto. 

SENSIBILIZZAZIONE

Gli operatori svolgono attività di sensibilizzazione all’interno dell’ospedale dove operano, all’interno dello slum recandosi porta a porta, nei mercati o stazioni dei bus dove le persone sono più numerose.


WOMEN EMPOWERMENT CLUB

Da Maggio 2019, grazie alla formazione di due volontarie italiane, è stato aperto un empowerment club per donne vittime di violenza o madri di bambini vittime di abusi dove le partecipanti producono bigiotteria artigianale utilizzando materiali locali e vendendoli all’interno della comunità o nei mercati turistici presenti nella capitale. Infatti, il motivo principale per cui spesso le donne non denunciano la violenza subita o quella subita dai propri figli, è economico: essendo impossibilitate a sostenersi autonomamente accettano di rimanere con un compagno violento nei loro confronti o di quello dei figli, perchè non saprebbero come sopravvivere.

Il club ha anche la funzione di gruppo di auto-mutuo aiuto dove le vittime possono condividere la loro esperienza e supportarsi l’una con laltra.

Il progetto Stop the Violence, attivo dal 2018, è sostenuto da Fondazione Pro.Sa. Il radicamento nel territorio dopo anni di attività ci consente di individuare una serie di bisogni per per i quali Ulemu è alla ricerca di altri donatori e compagni di viaggio, in un’ottica di sinergia con le attività strettamente legate all’assistenza delle vittime di violenza prestata dagli operatori di Stop the Violence. 

IL NOSTRO FINANZIATORE

PRO.SA - FONDAZIONE PER LA PROMOZIONE UMANA E LA SALUTE

La Fondazione per la Promozione umana e Salute affonda le sue radici nella profonda convinzione che è diritto inalienabile di ogni persona avere piccole o grandi opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita, in modo particolare i molteplici aspetti che riguardano la formazione: dalla scolarizzazione alla specializzazione e la salute: dalla nutrizione preventiva alla cura e l’assistenza. La possibilità di realizzare progetti in favore della dignità umana non è soltanto un modo per rendere disponibili ad altri risorse altrimenti irraggiungibili ma è anche, e soprattutto, un atto di giustizia nei confronti di popoli che hanno vissuto, in lunghi secoli della loro storia, un devastante sfruttamento senza un corrispettivo ritorno di benessere fondamentale.